Il pianeta degli alberi di Natale
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Pescia e la sua storia
La città di Pescia sorge in fondo a una valle, a fare da cerniera tra colline e
pianure; coperte quelle di oliveti curati come giardini, aperta questa a
meridione verso l'Arno e il mare.
Il fiume che l'attraversa porta lo stesso nome, Pescia, insieme la unisce e la
divide, lasciando a destra e a sinistra due nuclei distinti, col ponte del Duomo
che da sempre ne fa un solo centro. La città prese il nome dal fiume, storpiando
alla latina una parola longobarda, che appunto voleva dire fiume, e al tempo dei
longobardi risalgono le testimonianze più antiche di un abitato.
A sinistra del fiume le case circondano la Pieve ora cattedrale, che costituì il
fulcro dello sviluppo urbano; sulla riva opposta, un castello, un mercato e una
corte feudale stimolarono la disposizione delle case in lunghe file parallele
alla corrente. Un ponte fortificato assicurò la congiunzione tra le due anime
cittadine. Un documento la rammenta nell'anno 742, la Pieve è ricordata nell'anno 951 (SITA LOCO PISCIA). Un documento più significativo del 1084
cita Pescia per un atto rogato in quell'anno.
Maggiore centro della Valdinievole già nell'alto Medioevo, alla fine del XII
sec. Pescia si liberò dal potere imperiale e divenne libero comune. Rimase
comunque per circa due secoli sotto l'influenza di Lucca e solamente dopo il
1328, alla morte di Castruccio Castracani, potè formare con Buggiano,
Montecatini, Monsummano, Uzzano, Vellano, Sorico, Pietrabuona e Collodi la lega
dei Comuni della Valdinievole. Un'autonomia durata pochi anni, perché, dal 1339
la città divenne dominio fiorentino.Già relativamente prospera, divenne ancora
più ricca, come testimoniano i bei palazzi, le monumentali chiese e i grandi
conventi dei maggiori ordini religiosi che si possono incontrare in tutto il
centro storico. Pescia deve alla famiglia dei Medici l'elezione della sua Pieve
nel 1519 in Prepositura autonoma dai Vescovi lucchesi. Deve sempre ai Medici
l'impulso iniziale a uno sviluppo economico straordinario, iniziato nel corso
del sedicesimo secolo e protrattosi in pratica fino al
diciannovesimo, fondato sullo sfruttamento delle risorse agricole, integrato con
l'impiego dell'altra straordinaria risorsa costituita dal fiume e dalle sue
acque. Sorsero prima setifici e cartiere, poi concerie e ferriere, insieme a
mulini e frantoi, tutti mossi dall'energia dell'acqua in caduta: un'acqua
leggera e purissima, che garantiva alle industrie la bontà del prodotto. Città
ricca, Pescia nel 1699 fu elevata da Cosimo III dè Medici al rango di
Città Nobile e nel 1726 Papa Benedetto XIII trasformò la Prepositura in
Cattedrale e poi in sede Vescovile (Diocesi). Oggi Pescia fonda la sua ricchezza
sul turismo culturale e sul florovivaismo:olivi, agrumi, piante da appartamento
e fiori recisi vengono esportati con successo in tutto il mondo e venduti
direttamente da molti vivai.